28.000 km originali – prima mano – conversione per gare di affidabilità – serbatoio da corsa in alluminio, canali lucidati, pedane Scherb, Kröber DZM ecc.
Equipaggiamento: Conversione contemporanea per ZUVI racingCondizioni:Ottime condizioni, con patente stradale. Gli pneumatici devono essere rinnovati.
Caratteristiche speciali: Motore e telaio con numeri corrispondenti.
Conversione a macchina ZUVI con pezzi pregiati: – Pedane Scherb, – Carenatura Scherb – Manubrio Stub – Contagiri Kröber – Anello intermedio Briel con tubi di raffreddamento – Gobba da corsa Scherb – Ottimizzazione del motore e del telaio – Serbatoio da corsa in alluminioInformazioni sulla macchina: Questa macchina è un pezzo speciale con una storia interessante e componenti pregiati. Nel 1979, la BMW è stata ricostruita dal proprietario con grande sensibilità e competenza. L’obiettivo era quello di partecipare a gare di affidabilità. A questo scopo, la macchina è stata smontata subito dopo l’acquisto e poi – dopo aver ottimizzato i singoli componenti – riassemblata. Ad esempio, sono stati lucidati i canali, ottimizzato il sistema di raffreddamento dell’olio e revisionati i carburatori. Anche il telaio è stato ottimizzato. Furono montati ammortizzatori posteriori con airbag. All’epoca erano inimmaginabilmente costosi, ma purtroppo dovettero essere sostituiti a causa di perdite. Un altro punto di forza della scena delle corse dell’epoca fu l’ottimizzazione del telaio con l’installazione di condensatori a film MKC su alcuni gruppi. All’epoca i pareri erano discordanti. Alcuni la definivano un’assurdità, altri una vera e propria cura miracolosa. Il proprietario di questa macchina sperimentava in questo campo, un tempo nuovo, ed era anche molto conosciuto nel mondo delle corse. Molti dei componenti sono identici a quelli utilizzati da Helmut Dähne nella costruzione della sua macchina da corsa per l’Isola di Man. Una grave malattia precoce ha impedito al proprietario di partecipare alla gara. La macchina è stata quindi conservata in modo professionale senza aver preso parte a una gara ed è stata riscaldata una volta all’anno da un vicino di casa nelle stradine di campagna limitrofe, per poi essere nuovamente conservata. Dopo la morte del proprietario, la vedova continuò questo rituale. In questo modo, i danni al cavalletto venivano evitati in modo professionale. Dopo aver rimosso le cere e gli oli che proteggono dalla corrosione, lo Scherb risplende di nuovo in una condizione attraente. Una conversione contemporanea meravigliosa e tecnicamente ben studiata, come raramente se ne vedono.
